Sion Sono – 2015
85′
Giappone
Afterhours
Pur non essendo un’amante del genere, ho imparato, nel corso degli anni, ad obbligarmi a guardare i film di Sion Sono. Credo abbia l’affascinante capacità di costringere il pubblico a cercare un senso anche in ciò che pare non averlo, in scene di morte splatter e in relazioni al limite del grottesco.
Un film vero e senza poesia. Fuori da ogni relazione col reale e la ragione e totalmente disinteressato all’equilibrio dell’estetica o della morale.
Dal film di Sion Sono esplode l’attrito della ricerca di un’identità fissa in un mondo surreale, dove le dimensioni e quindi le esistenze possono intrecciarsi e sfocarsi. Un vivere violento dove essere una studentessa nella propria camicetta candidamente bianca non assicura stabilità, men che meno salvezza.
L’adolescente entra in contatto, immediatamente, con la brutale forza della natura, delle convenzioni, della società che muta e trasforma e gioca con l’esistenza dei personaggi.
Ma, come forse accade solo nei racconti, il personaggio è eroe. Pur di non asservirsi al potere, pur di non abbandonare la propria integrità corre e combatte fino allo sfinimento, nella perdita nel dolore e nella solitudine.
L’ultimo haiku del poeta Kawasaki recita: “Senza rimpianti è la mela, non sa di essere pesca”.
A volte, però, qualcuno avrà l’ardire di svelare la verità.
Chiara Fiore