Pasticcini letterari / senza categoria

Primo pasticcino letterario: un successo appetitoso

Primo pasticcino letterario: un successo appetitoso

PASTICCINO LETTERARIO 1 (7 dicembre 2010) – we love books

J. L. BORGES, PIERRE MENARD

Quindici persone, ragazzi e ragazze. Vivace e frizzante interazione tra tutti i partecipanti (eppure la merenda era rigorosamente analcolica…). I pasticcini vanno a ruba. Il the e la cioccolata calda son finiti. E il discorso si infittisce: interpretazioni stratificate, riflessioni con riferimenti alla letteratura (Eco, Manzoni, altri romanzi di Borges, …) e alla filosofia (Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche, Ortega y Gasset, …). Il facilitatore (l’esperto che abbiamo nascosto nel gruppo) svolge un ruolo essenziale, eppure non è il solo a conoscere bene Borges ed il Pierre Menard. Una copia delle Finzioni (da cui è tratto il racconto di cui si discute) gira freneticamente da una mano all’altra. Tutti pongono domande. Le risposte si sommano, si complessificano.

Un punto in comune? Ci si riferisce al parametro del postmoderno, chi accettandolo, chi distaccandosene. Poi il discorso segue altre strade: una dottoranda di letteratura fa notare che discutere di critica letteraria con filosofi (alcuni dei partecipanti sono studenti di filosofia) pone la questione su livelli completamente differenti. È un confronto stimolante. Viene tirato in ballo de Saussure e il formalismo russo. La professionalità della chiacchierata la rende un dialogo d’alto livello. Ci si permette qualche battuta colta, qualche risata nei profumi delle paste (ormai solo un ricordo) e tra le essenze del the alla menta.

Il pasticcino letterario va avanti da due ore. La discussione si accende: querelle filosofi vs. letterati. Chi la spunterà? Si cercano mediazioni, ma i filosofi sparano sui letterati e i letterati fan scudo col corpo dei malcapitati vicini. Scherzi a parte, è un dibattito su due impostazioni differenti. I letterati criticano la scissione forma/contenuto dei filosofi. I filosofi, d’altra parte, contrappongono le ragioni del concetto alla mera ricostruzione filogenetica del testo.

Il discorso è ora sulla possibilità stessa della critica letteraria, sia questa si stampo prettamente letterario o di ascendenza filosofica. Vengono lanciati spunti.

Forse il “non ci sono fatti, solo interpretazioni” nieztscheano è la mossa vincente. E se ne potrà discutere al pasticcino di martedì 14 dicembre: ovviamente su Nietzsche 😉 ovviamente all’Acquario di Altera (Palazzo Nuovo, 1° piano, di fronte all’aula 33)