Lucile Hadzihalilovic – 2015
81′
Francia
Afterhours
Un’isola remota, mare color pece, onde che si schiantano sugli scogli aguzzi. E’ questa la natura irruenta nella quale vivono donne sole con i propri figli. Nicolas ha poco più di dieci anni ed è già abituato a crescere in mezzo ai lineamenti esili della propria casa, alla freddezza del volto materno, alla morte non tragica né violenta ma naturale come la vita.
Ha lo sguardo vispo di chi ha già capito. Tutto ciò che gli occhi vedono è disegnato su un taccuino, unica finestra oltre il mare denso ed infinito che lo circonda.
Nicolas, come tutti i bambini dell’isola, subisce cure mediche per una malattia che non conosce ma che accetta per data. Una malattia che lo porta all’internamento in un ospedale, anche questo arido e asciutto come le relazioni nel film. E’ qui che nasce la frattura tra i due schieramenti, i figli e le madri. Qui la maternità, l’infanzia, il passaggio della crescita, il grembo e la fertilità della natura subiscono un ribaltamento, una messa in discussione, uno sgretolamento.
Un film asciutto nel suono, nell’immagine e nella parola ma ricco di emotività e tensione.
Chiara Fiore