Samuele Sestieri, Olmo Amato – 2015
67′
Italia
Torino 33
Eh va bene «In un mondo abbandonato dagli uomini, un monaco meccanico insegue uno strano omino rosso. Dopo aver attraversato boschi, città morte e lande desolate, i due buffi personaggi raggiungono la cima di una collina magica. Il ritrovamento di un vecchio peluche d’orso ormai malandato li farà riconciliare. Uniranno così le forze, nella speranza di poter dare vita al giocattolo inanimato e sfuggire al vuoto che li circonda», eh ok, sono giovanissimi, una fotografia spettacolare, un piccolo prodotto italiano di qualità, eh ma la postproduzione, il sonoro, il fantastico, il postmoderno, il segno dei tempi. Probabilmente è stata colpa mia, avevo sonno, ero stanco, ma sono arrivato a credere che sia alquanto difficile fare film brutti, e per di più è quasi impossibile fare film brutti sperimentali in cui si cammina lungo il confine del tutto è lecito, tutto è bello, e del famolo strano. I racconti dell’orso è una macchia rossa, un territorio isolato e illuminato e un continuo e snervante ronzio. La morte del romanzo ha decretato la fine della narrazione come la si conosceva, ma se questa è sostituita da un gioco fine a se stesso, rimane cosa sterile.
L’u.v.a