Questa mattina, 22 marzo, Torino si è svegliata davvero antirazzista: lo slogan torinese della giornata mondiale dell’antirazzismo, è diventato realtà concreta. Nella notte alcune svastiche e altri simboli nazisti sono stati cancellati dai muri del quartiere San Salvario, sostituiti da disegni colorati. Un segnale forte, non solo per l’impatto visivo, contro l’odio e il razzismo.
L’Associazione Altera, che proprio ieri ha portato a Torino (incontro pubblico alle 14.30 a Palazzo Nuovo) Ibo Omari – leader del movimento berlinese #PaintBack che utilizza i graffiti per trasformare in arte i segni d’odio – non può che essere in linea con le idee che hanno portato a questa azione: cancellare l’odio con un po’ di colore, dimostrare come sia possibile combattere la violenza (anche solo simbolica) con azioni inclusive e non violente.
Questo scrivevamo qualche giorno fa nel comunicato stampa di lancio dell’evento di ieri pomeriggio: “Vista la presenza sempre più pervasiva del razzismo nel discorso pubblico e i recenti episodi di cronaca (tanto a Macerata come a Torino e Pavia), Altera ha deciso di approfittare del 21 marzo per promuovere la cultura dell’antidiscriminazione importando un esempio concreto di come la società civile possa mobilitarsi, non necessariamente in maniera conflittuale o violenta. Per questo motivo abbiamo invitato il writer berlinese Ibo Omari, con l’auspicio che la sua testimonianza e l’esperienza del movimento #PaintBack da lui fondato possano diventare una buona prassi da emulare e condividere”.
Ecco, questa mattina Torino si è svegliata con questo pensiero nell’aria: si possono combattere le discriminazioni con azioni non conflittuali per offrire uno spunto al discorso pubblico che sappia condurre a ragionamenti non violenti e anti razzisti.