Regia di Sion Sono, (Giappone, 2014,116’) – After Hours
Attenzione questo articolo contiene Spoiler.
Tokyo Tribe, il nuovo lavoro di Sion Sono semplicemente è. Tratto da Tokyo Tribe 2 irriverente manga nipponico è un irrefrenabile melange con musiche rap, mutandine a pois e citazioni dalla letteratura giapponese più raffinata.
Dopo il dittico clemente Post-Fukushima di HimizuHimizu e The Land of Hope il regista nipponico completa con Tokyo Tribe (anteceduto da Why Don’t You Play in Hell?) quello che per i critici è già uno dei suoi affreschi più riusciti. Giocoso, irriverente e colto è un’affascinante quadro barocco della città, nel suo aspetto più universale, dei vizi, delle perversioni e dell’insuperabile invidia del pene. Prendiamo Tokyo, trasportiamola con i suoi quartieri le sue strade al centro della terra, nell’Inferno, e poniamo a capo di questo reame un improbabile tiranno e la sua schiera, il temibile e cannibale boss yakuza Lord Buppa(Riki Takeuchi). Alla corte dei miracoli una compagine temuta e grottesca, figlie disinibite, soldati energumeni, valletti nani, concubine e mogli provocanti, falli di gomma, prostitute e papponi collodiani, il Lord spadroneggia sulla città-inferno. A completare il profilo familiare i due figli del capo sgranocchiadita, Nkoi (Yôsuke Kubozuka) figlio feticista e collezionista di mobili-umani e Mera (Ryôhei Suzuki) erede putativo di Lord Buppa nonché braccio esecutivo e capo cuoco. Proprio l’ossigenato e muscoloso Mera incidendo una cartina delle perversioni sul petto della poliziotta impotente e sognatrice ci introduce in questo reame rap demoniaco. Guidati come da un novello Virgilio da Mc (Shôta Sometani) a ritmo di hip hop veniamo introdotti nei vari quartieri reami dominati da 23 sanguinarie gang. In un tour demoniaco che dura una sola notte il regista ci porta alla scoperta della bassezza dell’animo umano, alla scoperta del problema principale di tutte le controversie del genere umano e al relativo superamento, L’invidia del Pene. Luce in questa notte di tenebre la gang pacelovistica di Musashino, con il capo dal Cazzo enorme NKhoi (Yôsuke Kubozuka) capace di riunire le gang rivale in un atto di amore contro il demone distruttore. A condire quest’affresco degno di Hieronimus Bosch la figlia vergine ninja del boss della triade cinese, L’alto Prelato (eccezionale presenza scenica dei due killer della triade), e il suo piccolo aiutante scimmiottesco. Fra scontri, stoccate a Tarantino, inno alla pace e alla piccolezza del potere scandito a ritmo di Rap un Sion Sono irriverente e spumeggiante da ottima prova in questo suo primo Musical.
Luca Valenza