James Franco
98′
USA – 2017
After Hours
Dai in mano la storia che racconta le vicende di un regista pessimo a Tim Burton e riceverai in cambio un film come Ed Wood. Fai la stessa cosa con gente come James Franco, Seth Rogen ed Evan Goldberg e il risultato sarà una delle commedie più divertenti degli ultimi tempi.
La pellicola è certamente fruibile sia da chi ama le perle del trash come The room, sia da chi del film di Tommy Wiseau non ha mai sentito parlare. Lo spettatore a conoscenza della pellicola originale potrà però cogliere meglio tutti i vari riferimenti all’opera sopracitata. Il film infatti si presenta come una sorta di dietro le quinte del film di Wiseau, provando a trovare un senso a gran parte degli elementi incomprensibili e involontariamente comici di quest’ultimo. Vediamo infatti come l’azione sia quasi sempre ripresa tramite camera a mano, quasi come se stessimo assistendo alla proiezione di qualcosa di realmente accaduto. Ci viene narrata l’origine della palla da football, il perché Tommy abbia una bottiglia in mano nell’uscire dalla porta sul tetto, come sono nate le goffe scene di sesso presenti nel film e chi più ne ha più ne metta. Il tutto gestito al meglio, grazie a un uso magistrale dei tempi comici.
Il personaggio che la fa indubbiamente da padrone è quello del regista, sceneggiatore e produttore di The room, Tommy Wiseau, interpretato dallo stesso James Franco, che conferma con questo ruolo la sua bravura nel riuscire a interpretare personaggi decisamente sopra le righe, senza però renderli irritanti o monodimensionali. Il film va assolutamente visto in lingua originale, per poter apprezzare al meglio il modo in cui Franco è riuscito a ricalcare non solo la mimica, ma anche e soprattutto l’esilarante accento di Tommy. Ottima anche l’interpretazione di Dave Franco nei panni di Greg Sestero, amico del nostro eroe e attore nel suo film. Tutti i personaggi, ad eccezione del protagonista, sono caratterizzati in modo molto serio, scelta azzeccatissima che permette allo spettatore di ridere non solo per le spassose gag che vedono protagonista Tommy, ma anche per le reazioni sconvolte di chi gli sta intorno.
Quello che emerge di più durante la visione di The disaster artist è l’amore puro di chi ha realizzato il film verso l’opera di Wiseau. Possiamo riscontrare ciò nella finezza bizantina con la quale sono state riprodotte le scene dell’originale The room. È infatti facile notare come spesso un film davvero brutto riesca a fare breccia nel nostro cuore al pari di uno bellissimo.
Il regista durante tutta la pellicola ci vuole far capire l’importanza dell’essere se stessi. Nel corso della storia vediamo come il protagonista tenga gli stessi atteggiamenti sia sul set che nella vita reale, ad esempio nel suo bislacco modo di dare in escandescenze. È soltanto riuscendo a rimanere fedele a se stesso e infondendo la sua personalità all’interno del suo film che Tommy è riuscito ad entrare, seppur dalla porta sbagliata, nella storia del cinema. Perché se sei un genio, consapevole o meno, basta essere se stessi per dare vita a un capolavoro, ed è chiaro come, secondo James Franco, Tommy Wiseau sia sicuramente un genio.
Luca Dell’Omarino