di Giuseppe Pollicelli, Mario Tani, Italia, 2013, Blu-Ray, 70′
Sezione TFF 2013 – Festa Mobile
Arrivo in sala incredibilmente in anticipo. Ci sono molti posti vuoti di cui moltissimi “riservati”. mi siedo e aspetto. Sono scettico sul film.
La sala è trepidante, pare che stia per arrivare Franco Cinghiale Bianco in persona e infatti passa qualche minuto ed ecco che entra una banda di musicisti, poi i giornalisti e poi LUI con al fianco il direttore del festival Paolo Virzì. La sala esplode, mi emoziono anche io. Scambio di convenevoli POP alla Virzì. Franco bofonchia qualcosa, saluta, fiume di applausi, se ne va.
Si spengono le luci e inizia il film. Poco dopo un’ombra mi passa davanti a va a sedersi qualche poltrona dopo la mia: Franco è rientrato di nascosto. Al buio, come un vero misantropo che si rispetti.
Tutta questa introduzione vi avrà già stufato, ma serve a farvi capire quanta poca importanza abbia il film (i registi, per capirci, vengono appena citati prima che inizi la proiezione) rispetto all’abbagliante figura di Franco Battiato.
Il film corrisponde ad un (buon) montaggio di quattro diversi tipi di scena: Franco a casa sua che parla o suona o dipinge (?), Franco durante i live del suo ultimo tour, Franco nei suoi video-clip musicali, spezzoni di film girati da Franco.
In 70 minuti mi tolgo lo spavento.
Non me ne vogliano gli amanti di Battiato ma nel film ho voluto leggere il ritratto di un musicista-artista naïf che ascolta musica classica ma che produce musica pop; di uno che legge molto ma che non sa parlare; di un santone che ha “trovato la via”, che ha conosciuto il suo “dio interiore”, che trae ispirazione dalla meditazione, dal misticismo, dalle religioni orientali ma che non riesce a trasmettere pace.
Insomma un uomo in continua contraddizione, che vive in “mondi lontanissimi” e quindi non chiarissimi e che però è riuscito a esprimere tutto questo in un’eccentrica, iper-prolifica e, perché no, interessante produzione musicale.
Il film è una marchetta bella e buona e tutto ciò non viene per niente preso in considerazione.
Ma a me Franco Battiato musicalmente (contestualmente) piace e, nonostante tutto, è un uomo che nutre un amore immenso per la cultura e per l’arte e che, a modo suo, ha dedicato dedicato la vita a queste.
Un film sulla particolare figura di Battiato potrebbe anche essere interessante, ma non così come è stato realizzato.
di Cattivo Gusto