Di Isabelle Šuba, Germania, 2013, HD, 83’, col.
Sezione Tff2013: After Hours
Isabelle Šuba, giovane cineasta tedesca, viene chiamata per partecipare al 65° Festival di Cannes con il suo cortometraggio Chica XX Mujer. Entusiasta di poter partecipare a uno dei più rispettati festival del Cinema, accoglie l’offerta e insieme al suo produttore David Wentland si reca a Cannes. Ben presto però dovrà ridimensionare il suo entusiasmo. A mettersi in mezzo fra lei e la sua eccitazione ci saranno imprevisti fin dal primo momento del suo arrivo nella piccola cittadina della Cote d’Azur. Disguidi in albergo, ritardi ad interviste, disorganizzazione del produttore condiranno le sue giornate in un clima di tensione e irritazione palpabile. Ad aggiungersi a tutti i fastidi arriva la scoperta che neanche uno dei film presentati in concorso al Festival sono girati da una donna e per lei femminista lesbica che ha molto a cuore il tema risulta inaccettabile.
Girato nel maggio del 2012 durante il 65° festival di Cannes, il documentario ha come scopo far vedere allo spettatore quanto il mondo del cinema non sia aperto a un approccio di tipo femminile alla regia. Si capisce dalle continue sviste da parte dell’organizzazione del festival e dalla mancanza di interesse dei compratori al suo prossimo progetto cinematografico Dear Sheriff, una commedia western, da lei così etichettata, su due sorellastre alle prese con il padre in coma che attraverso la loro (ri)unione scopriranno loro stesse. Progetto snobbato non solo dai vari esponenti dell’industria del cinema ma anche dal suo produttore stesso che oltre a non aver letto per niente il progetto cercherà di venderlo come buddy movie, trascurando l’aspetto sessista e machista di tale categorizzazione, dimostrando di non capire quali sono gli ideali e le motivazioni che spingono la giovane regista nel mondo del cinema.
Per quanto l’idea di fondo mi piacesse, trovo che il documentario non sia riuscito a risultare d’impatto. Concentrandosi, anche giustamente, su svariati altri aspetti dell’esperienza della regista, il clima del Festival di Cannes che doveva essere centrale (dato che l’intento sembrava quello di smascherare l’asfissia provocata dalla separazione binaria uomini registi / donne in bustini push-up) viene spesso e volentieri messo da parte per far spazio al rapporto con la ex-fidanzata di Isabelle e le liti da vecchia coppia sposata con il produttore. E’ vero che il personale è politico, ma così mi sembra che il punto della situazione (o almeno quello che avevo immaginato io) si perda.
Da vedere… ma anche no.
Di Eugenia Valentini