Regia di Oscar Ruiz Navia – TorinoFilmLab (Colombia – Francia – Germania 2014, 103′)
La passione per i graffiti unisce due giovani ragazzi colombiani che, bombolette e pennelli a parte, non potrebbero essere più diversi. Ras vive in un quartiere nero in uno squallido appartamento della periferia di Cali con la madre. Calvin, figlio di un cantante di musica popolare, si prende cura della nonna malata in un appartamento ampio e signorile. Uno si paga la vernice lavorando come muratore, l’altro è uno studente di belle arti.
Ma il mondo dei graffiti e la cultura underground fanno anche emergere tutta la diversità delle loro vite e delle classi da cui provengono.
Il regista Navia ci regala una tra le proposte più interessanti del TorinoFilmLab degli ultimi anni e mette in piedi una storia che, senza essere pretenziosa, fa luce sulle contraddizioni della società colombiana divisa tra un passato fatti di sogni socialisti e antifascismo e una modernità che non riesce ad offrire pari opportunità a tutti. Fa riflettere che proprio Calvin, bianco e agiato, frequentando l’università, sia quello più inserito nel giro della cultura alternativa e di “lotta al sistema” che vorrebbe, almeno secondo le parole di chi ne fa parte, essere fatto da ragazzi come Ras, ma a cui non sanno bene rivolgersi.
Il film passa con molta naturalezza da scene di incredibile tenerezza (quella in cui Calvin e la nonna guardano film di vampiri insieme, ad esempio) a momenti più crudi e tesi. Il merito di Navia è di aver saputo trovare un ritmo, quello dell’hip hop e della strada forse, con cui condurre tutto e portarlo alla sua naturale conclusione.
Roberto Origliasso