di Antonietta De Lillo, Italia, 2013, DCP, 60′
Sezione TFF 2013 – E intanto in Italia
Un film, documentario o di finzione che sia, non dovrebbe mai reggersi solo sulle parole. Quando però le parole sono quelle di Alda Merini il gioco cambia le sue regole. Queste conversazioni, queste interviste concesse all’autrice Antonietta de Lillo, sono montate in modo da restituire il più possibile la forza della poesia di questa grande donna, che sapeva rendere tutto quello che vedeva degno di essere cantato.
Il montaggio non ci mostra tanto la sequenza degli incontri ma cerca, quanto più possibile, di seguire i fili del discorso di Alda Merini.
Un viaggio nel suo inferno personale, vissuto durante gli anni di malattia mentale e di ricovero in manicomio, ma anche i temi religiosi, Dio, il peccato, la vita, l’amore e gli amori. Tutto quello che abbiamo paura a vivere o su cui non riusciamo mai a interrogarci profondamente ci viene vomitato dal fiume in piena di Alda Merini e con la sua lucida follia poetica ci costringe a guardare dentro la nostra vita, più che dentro la sua (in queste conversazioni la biografia della merini viene fuori molto poco).
Perché, se è vero che i pazzi e i poeti hanno il dono di appropriarsi delle parole di tutti i giorni e mostrarci la vera carne delle parole, figuriamoci che potere può avere sulla nostra anima una donna che si vantava di essere sia pazza che poetessa.
Dimostrazione che con una buona idea e un buon lavoro di montaggio si può girare un documentario prezioso anche solo con campo, controcampo e qualche ripresa esterna.
di Roberto Origliasso