di Federico Ferrone e Michele Manzolini, Italia/UK, 2013, 70′
Sezione TFF 2013 – Torino31
Virzì ha presentato il film/documentario di Ferrone e Manzolini – in concorso al 31TFF – come la storia di un sogno e allo stesso tempo la storia di un incubo. Dopo aver visto la proiezione mi sono convinta che sia la migliore descrizione.
Il treno va a Mosca racconta, attraverso le immagini amatoriali girate nel 1957 dal signor Sauro e dai compagni di viaggio, il 6° Festival della gioventù svoltosi, lo stesso anno, nella capitale sovietica. Il gruppetto di amici parte dalla Romagna “rossa” per andare a incontrare i tanti giovani che da tutto il mondo arrivano a Mosca per parlare di politica e non solo. Durante le loro gite per la città, però, si rendono conto che la realtà non è come l’avevano immaginata, allo stesso tempo però sono consapevoli che questa realtà non può essere accettata da chi in Italia crede nell’opera di Lenin e Stalin: «Se tu avessi raccontato la vera Unione Sovietica, cadeva tutto», dice Sauro.
Dopo Mosca, Sauro si prende una cinepresa «per vedere il mondo, per conoscere e capire il mondo». Sarà comunque a Roma in tempo per assistere ai funerali di Togliatti, con la certezza che «con Togliatti se ne andava tutto un mondo, tutto quello che sarebbe venuto dopo sarebbe stato diverso ma l’importante è esserci».
Va detto che durante la proiezione alcuni hanno abbandonato la sala nonostante la pellicola duri solo 70 minuti. Sebben il ritmo talvolta rallenti troppo, il film è un’opera tenera e amara su una presa di coscienza personale prima che collettiva. Irresistibile poi il signor Sauro, la voce narrante, che, oggi ottantenne, non ha ancora smesso di voler vedere e capire il mondo: non è presente al festival perché al momento si trova in Thailandia!
Di Sara Minucci