Holy Motors è un gran bel film. L’inquadratura iniziale che mostra una sala buia gremita di spettatori ci rimanda ad altri attacchi, tra gli ultimi mi viene in mente l’Amour, anche se in questo caso i protagonisti assistevano ad un concerto. Questo incipit potrebbe essere una dedica: le immagini che seguono sono un regalo a noi spettatori che nel buio della sala del cinema Massimo siamo stati con il naso all’insù e gli occhi incollati allo schermo. Dall’incipit si snodano vari episodi che potrebbero non aver nessun fine narrativo se non quello di regalarci attimi di bellezza.
Se potessi scegliere quale super potere possedere deciderei sicuramente di essere come il protagonista di questo film, un trasformista, essere chiunque tu voglia e conoscere tutte le lingue del mondo o quasi… Questo è un film che dev’essere ancora più interessante visto dagli occhi di uno spettatore/attore perchè è dell’essere attore che parla.. La possibilità di vivere un’infinità di vite e di perdersi nel confine tra realtà e finzione… Ma per cosa tutto questo? “Pour la beauté du geste -La beauté? On dit que la beauté est dans l’oeil de celui qui regarde… Mais si personne regarde?”
E se l’inizio del film non è poi stato così originale, il finale, bè il finale ti manda a casa sorridente: un simpatico tributo ad un cinema che qualcuno sostiene in via d’estinzione… Ma sarà poi vero?
Sara Barbot