di Ju-Hyoung Lee, Corea del Sud, 2013, DCP, 99′
Sezione TFF 2013 – Torino 31
Quando ho letto il programma del 31TFF ho pensato che a questo film fosse capitata una delle programmazioni più sfigate: lunedì pomeriggio, martedì e mercoledì mattina. Insomma un film destinato agli spettatori più motivati o a quelli con gli impegni di lavoro più flessibili. Dal momento che rientro in questa seconda categoria, ho deciso di dedicare una mattinata a questo film. E non me ne sono pentita.
La famiglia rossa è la squadra Azalea è composta da un finto nonno, due finti genitori e una finta figlia adolescente. Vivono in una villetta della Corea del Sud ma vengono dalla Corea del Nord e in realtà sono spie senza vincoli di parentela tra di loro. Il loro compito è eseguire gli ordini e difendere il governo di Pyongyang oltre la frontiera. Nella casa accanto vive una vera famiglia, con una vera nonna, un vero nipote e una vera coppia.
Mentre la finta famiglia si dedica a eseguire omicidi e stendere rapporti, la vera famiglia passa le giornate tra liti e chiacchiere. Ad un certo punto il rapporto di vicinato si approfondisce e questo metterà in forte discussione le credenze e le attività di spionaggio della squadra Azalea.
I rapporti di vicinato tra famiglie diventano lo spunto per riflettere non solo sul senso dell’esistenza ma anche sull’importanza dei rapporti interpersonali e, allo stesso tempo, il vicinato domestico è metafora di quello tra le due Coree, così vicine eppure così diverse. In questa atmosfera carica di tensioni, le giovani generazioni sembrano le uniche che possono provare a incidere sul futuro.
di Sara Minucci