Francesca Pedroni
Italia – 2016
105’
Festa Mobile
Danza e arte: sono questi i due elementi che Roberto Bolle, in collaborazione con la regista Francesca Pedroni, ha tentato di unire nel film L’arte della danza. Ci è effettivamente riuscito?
Parlando da un punto di vista tecnico-cinematografico questo progetto è stato portato avanti in maniera più che professionale: le luci e i colori accompagnano vivacemente la figura del ballerino e dei suoi “friends” all’interno di luoghi ricchi di fascino e cultura: l’Arena di Verona, le rovine di Pompei e le terme di Caracalla a Roma. Le scene sono ben strutturate e documentano l’esperienza del tour italiano “Bolle&Friends” : i momenti di prova e di relax dei danzatori si alternano a quelli in scena, in un susseguirsi di esperienze guidate dalla voce narrante di Roberto Bolle.
È interessante immergersi in un ambiente anticonvenzionale, visto da un’angolatura un nuova e particolare. Tuttavia, nonostante il filo conduttore potesse dare solidi spunti per una trama più consistente, non c’è contenuto: il film risulta pura propaganda.
Una trovata pubblicitaria sicuramente intelligente e ben studiata, ma pur sempre una trovata pubblicitaria. Non fuoriesce quale sia il messaggio che si vuole trasmettere: lo spettatore non si porta a casa nulla, se non i bei paesaggi della nostra amata Italia e l’antico splendore dei suoi monumenti.
Bolle, infatti, racconta fieramente di aver portato l’arte, l’arte della danza appunto, in luoghi in cui non era mai arrivata: è davvero così? I luoghi in cui si dovrebbe portare l’arte sono realmente questi? Perché a noi sembra che questi tre posti siano fin troppo conosciuti. Non sarebbe stato meglio, in base all’obbiettivo che si era prefissato Roberto Bolle, portare la danza in luoghi veramente poco conosciuti, ma che andrebbero rivalutati per la loro bellezza?
Sono tante le domande che sorgono e che ci lasciano perplesse. La comunicazione è sicuramente efficace, ma il messaggio inesistente o meglio, inconsistente.
Federica Antonioli & Emma Squartini